Su Vita Trentina del 24 aprile 2011 a firma Giovanni Rossi è stato pubblicato un interessante articolo in prima pagina un articolo intitolato “Paola cambia prospettiva” sulla scomparsa della nostra concittadina Paola de Manincor Varner, artista e pittrice giramondo.
Domenica 1 maggio 2011 alle ore 15.30 presso il Cinema Modena, Sala 2 – nell’ambito del 59° TRENTO FILMFESTIVAL MONTAGNA – verrà proiettato un film di Vittorio Curzel dal titolo “Fino a quando …..”
Sul retro di una vecchia fotografia, trovata per caso in un cassetto mai svuotato, l’indirizzo di uno studio fotografico in una cittadina della Bassa Austria, al confine con la Repubblica Ceca.
Sulla foto, scattata nel 1916, due fratelli, giovani soldati trentini con la divisa dell’impero asburgico, durante una licenza dal fronte. Poi l’immagine di una famiglia patriarcale e quella di bambini in un’aula scolastica, tutti dello stesso paese, tutti profughi di guerra. Una piccola comunità fra i monti, fino ad allora ai margini della storia, all’improvviso si trova drammaticamente coinvolta in qualcosa di molto più grande.
Inizia così, con la ricerca di quello studio fotografico, il viaggio nella memoria di una famiglia trentina durante la prima guerra mondiale, con un itinerario che dapprima segue il nonno soldato in Galizia, per poi allargare lo sguardo verso gli altri fronti e le vicende drammatiche di una generazione di giovani europei in trincea…..
Venerdì 29 aprile, ore 20.30, l’Auditorium delle scuole medie Aldo Steiner di Lavis, in collaborazione con l’Associazione Culturale Lavisana, il Circolo Culturale Lavistaperta e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Lavis, ospiterà una conferenza per capire le dinamiche sociali, politiche ed economiche relative alle migrazioni. Il titolo è chiaro: “Le migrazioni di ieri e di oggi. Un viaggio fra storia ed attualità“. Nel corso della serata, infatti, storici, esperti e testimoni delle migrazioni racconteranno uno spaccato, non solo di storia, ma anche di attualità: quella stessa attualità fatta di donne, bambini e ragazzi che tutti i giorni abbandonano la propria casa per cercare lavoro all’estero. Si inizierà a parlare di emigrazione trentina, per poi concentrare le attenzioni sull’immigrazione contemporanea.
Importanti saranno i racconti di due testimoni: Romano Donati di Lavis emigrato in Australia, e Alamgir Jahan immigrato dal Bangladesh.
Relatori:
- Renzo Maria Grosselli (giornalista): Anarchici, donnaioli e “pendargli da forca”: l’altra faccia del Trentino in emigrazione.
- Maria Carla Failo (Trentini nel Mondo): Tanti volti, un’unica comunità – Storie di Circoli e di gente trentina nel mondo.
- Andrea Di Nicola (Università di Trento): Criminalità e devianza degli immigrati
- Serena Piovesan (Cinformi): Vent’anni di immigrazione in Trentino: le tappe della maturazione del fenomeno e la situazione in tempi di crisi.
Testimoni
- Romano Donati: Lavis ed Australia, andata e ritorno
- Alamgir Jahan: Bangladesh, Italia e Lavis
Conclusioni finali a cura di:
Oliviero Vanzo (Unione Famiglie Trentine all’estero)
Alla pagina del 27 del settimanale Vita Trentina uscito il 3 aprile 2011 (clicca qui per leggere), è stato pubblicato a cura di Giovanni Rossi un interessante articolo relativo ai lavori passati, presenti e futuri presso l’arcipretale di S.Udalrico a Lavis.
In questi giorni è stata organizzata una mostra dedicata a Giorgio Unterveger nel Palazzo de Maffei a Lavis, a cura dell’associazione teatrale «Iride» dal titolo «I burattini dei nonni. Mostra di burattini dell’Ottocento di Giorgio Unterveger».
La mostra ospita, assieme ad altri modelli provenienti da collezioni private, una decina di burattini, ideati e costruiti da Unterveger che fanno parte della raccolta privata del burattinaio lombardo Walter Broggini.
Documenti, maschere e scenografie raccontano la storia del teatro trentino di burattini che si sviluppa fra il XVII e XVIII secolo allorquando il Collegio dei Gesuiti di Trento promosse una grande attività teatrale prediligendo le narrazioni di personaggi storico-religiosi.
I padri della chiesa, infatti, mostrandosi severi nei confronti degli attori, furono più tolleranti nei confronti delle teste di legno, forse perché il burattinaio non compare come figura fisica e quindi non soggetto alla vanità della carne.
Nel corso del XIX secolo, l’età d’oro degli spettacoli dei burattini, Unterveger fu uno dei principali interpreti di questa forma di espressività artistica. Pittore e decoratore, fu ideatore e costruttore di burattini con quella puntigliosità nel dare ad ogni burattino un connotato fisico ben preciso, spesso singolare, come nel caso di particolari tic o movimenti di singole parti del viso, con l’obiettivo di ottenere effetti singolari come gonfiare le gote o far apparire un bernoccolo sulla testa.